venerdì 24 ottobre 2014

SONDAGGIO: SEI UN GELOSO DIGITALE?

Psicologi, psicoterapeuti e avvocati matrimonialisti ripetono da tempo che è in costante aumento il fenomeno del controllo delle relazioni affettive attraverso l'osservazione segreta della corrispondenza elettronica della propria dolce metà. Smartphone, tablet e pc sono prolungamenti della nostra vita, protesi della nostra relazionalità e soprattutto contenitori insicuri dei nostri segreti, innocui e non. Partner gelosi, paranoici o semplicemente curiosi non si fanno sfuggire l'occasione per dare una semplice occhiata o sondare in profondità le comunicazioni archiviate nei device e on line.

Avete risposto al nostro sondaggio, effettuato in collaborazione con marieclaire.it in tantissimi (circa 400 persone).

Visualizza i risultati.

Dall’analisi dei risultati emerge che il 68% del campione effettua qualche tipo di monitoraggio sui dati riservati della propria dolce metà attraverso cellulare o pc (e il 60% ritiene di essere a sua volta monitorato). Inoltre il 49%, nonostante la propria curiosità sul comportamento della controparte, ammette di aver tradito in prima persona (il 57% degli uomini contro il 47% delle donne). Incrociando i dati si arriva alla singolare evidenza che chi è geloso al punto da controllare i device elettronici del partner tradisce più di chi non lo fa (il 51% contro il 45%). A dire il vero circa il 90% del campione si dichiara in qualche modo geloso ma le donne si descrivono come più intensamente gelose degli uomini, tanto che il 4% di loro definisce patologica la propria gelosia. Per il 51% delle femmine un partner geloso è piacevole, mentre il 43% dei maschi considera fastidiosa una compagna con le stesse caratteristiche.
Il cuore del sondaggio riguarda la gelosia digitale. Il 57% di chi ha risposto al questionario controlla le nuove amicizie del partner su Facebook (le donne lo fanno il doppio degli uomini) e il 60% nota i suoi orari di connessione su Whatsapp (anche qui la prevalenza femminile è schiacciante). Uno su due ha letto segretamente messaggi di Whatsapp o SMS, uno su tre la posta elettronica, il 42% i messaggi di facebook. Il 30% ha le password di accesso ai servizi on line del partner. In tutti i casi la componente femminile del campione è più ficcanaso di quella maschile. Con una sola eccezione: il 4% degli uomini dichiara di aver installato sul telefonino della compagna un software spia, contro il 2% delle donne. La fascia d’età che si fida di più è quella tra i 40 e i 49. Quella più diffidente è tra i 20 e i 29. A vergognarsi di più dei controlli effettuati sono gli over 50, ma nel complesso il 56% del campione non si fa alcun problema, anzi il 61% ha rivelato apertamente al partner di aver sbirciato dove non avrebbe dovuto, e il 15% ignora addirittura che la violazione della privacy e della corrispondenza altrui sia un reato. A che pro, tutto questo? Il 50% di chi effettua i controlli digitali afferma di aver scoperto un tradimento grazie alle proprie tecnomanovre. Il che significa che l’altro 50% si è fatto il sangue marcio per nulla.
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