Il 2016 è un anno particolare, per il satanismo internazionale.
Cinquant’anni fa, infatti, in California Anton Szandor LaVey fondò la
Chiesa di Satana
e la sua Bibbia Satanica ne fu il testo portante. Oggi la Church of
Satan esiste ancora, ha tanto di sito web, tutela l’anonimato e la
riservatezza dei propri iscritti (tessera annuale a 200 dollari
americani) e
dal 2001 è guidata da Peter Gilmore, successore di LaVey (morto nel 1997), direttore del giornale
The black flame
e revisore della Bibbia Laveyana. Per gli adepti della Church, Satana
non è tanto una divinità biblica cristiana quanto una sorta di
esponenzializzazione del Sé,
come a indicare che attraverso la gratificazione o il miglioramento
personale ciascuno può aspirare laicamente a diventare dio di se
stesso.
Il 6 giugno 2016 è stata una data suggestiva, in questo anno particolare
(6-6-16).
The Satanic Temple di Los Angeles, altro gruppo di culto di matrice
satanico-gnostica che incoraggia formalmente «all’empatia e alla
benevolenza» anche nel sito web del suo capitolo italiano, compie un
rituale di presentazione della propria corrente nella città californiana
di Lancaster.
Una sorta di marketing dal vivo in occasione di una data evocativa che richiama l’apocalittico 666. E in Italia, in un contesto formalmente osservante in cui essere cattolico è «normale», cosa succede?
Un ritratto italiano
A più di vent’anni dall’ultimo censimento ministeriale dei gruppi di
culto, e con oltre otto milioni di pellegrini giunti a Roma per il
Giubileo nei primi sei mesi dall’apertura della Porta Santa di San
Pietro, chi è il satanista-tipo in questo paese? Un soggetto deviante,
reietto, burlone, rivoluzionario, devoto, libero o cos’altro? Non
esistendo dati precisi e attuali che ci permettano di sapere quanti
siano, in cosa credano e cosa facciano di preciso i seguaci nostrani di
Satana, abbiamo pensato di comporne
un ritratto personologico formando un campione statisticamente rappresentativo di questa nicchia della popolazione e rifuggendo a priori ogni tipo di etichetta e di pregiudizio.
Come formare il campione
Ci siamo avvalsi della collaborazione di Usi, (Unione satanisti
italiani) un progetto fondato nel 2010 dall’allora ventunenne Jennifer
Crepuscolo. «Usi – spiega lei - si propone come un movimento libero
volto a una vera e propria restaurazione del Culto di Satana, da noi
visto come
“il Dio gentile dell’anima” e non
come il mostruoso diavolo biblico. Satana e le sue schiere non sono
entità malvagie, bensì gli antichi Dei delle Origini, in seguito
demonizzati dalle dottrine predominanti. Quello che proponiamo
è un ideale non violento, che anzi per primo condanna ogni forma di devianza criminale e mette in guardia le persone da guru, truffatori e psicosette».
I satanisti si raccontano
Sul sito dell’
Usi
è anche visionabile un clip-documentario in cui i satanisti ci mettono
la faccia: dal liceale alla madre di famiglia, fino al padre che accetta
la scelta del figlio minorenne e invita le famiglie al dialogo. USI ha
un sito intorno al quale gravita un pubblico di 70mila persone, un
Forum che conta 2623 partecipanti, un canale Youtube con 1875 iscritti,
una pagina Facebook che catalizza l’attenzione di 5557 persone e un
gruppo Facebook riservato a satanisti con 1910 membri.
Da questo universo abbiamo estrapolato 79 satanisti praticanti,
maschi e femmine, bilanciati per sesso e provenienza geografica, tra i
18 e i 60 anni. Abbiamo somministrato loro una lunga batteria di test
scientificamente validati.
Gli strumenti e il metodo
I questionari selezionati intendevano sondare la psiche dei soggetti
scandagliando costrutti, caratteristiche e dimensioni differenti tra
loro, allo scopo di ottenere una sorta di fotografia psicosociale del
satanista medio. Così abbiamo utilizzato strumenti per valutare
l’autostima (Basic-Se), il livello di preoccupazione personale (Pswq),
la capacità di controllo emotivo (Ders), l’abilità nel connettersi
emotivamente agli altri in maniera empatica (Bees), la qualità delle
strategie di fronteggiamento delle difficoltà (Cope-Nvi), la percezione
della responsabilità e della controllabilità degli eventi come interna o
esterna (LOC), la valutazione della personalità sulla base di cinque
macrofattori - energia, amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva,
apertura mentale - e dieci sottodimensioni (BFQ). Raccolte le risposte
dei partecipanti, le abbiamo analizzate raffrontandole ai dati normativi
riferiti all’intera popolazione italiana, tenendo in considerazione
solamente le differenze statisticamente significative, cioè quelle che
hanno una probabilità inferiore all’uno per mille di essere ascritte al
caso. Osservando quanto e in quali settori il campione si discostasse
dalla norma, abbiamo suddiviso le differenze in lievi e notevoli.
La fotografia del satanista medio
Tra le variazioni lievi è possibile notare che il
satanista italiano tende ad avere maggiore autostima rispetto alla norma,
ad accettare meglio le proprie emozioni, essendone più consapevole, e a
mostrare un atteggiamento più positivo, anche se risulta percorso da
più preoccupazioni, una maggiore mancanza di fiducia nel prossimo, da
cui tende a prendere le distanze e col quale non entra particolarmente
volentieri in contatto. Per quanto riguarda le variazioni notevoli, la
più paradossale è una forte tendenza alla concretezza, che porta il
satanista a orientarsi verso soluzioni trascendentali molto meno di
quanto tende a fare l’uomo comune. Inoltre
è equilibrato nel ripartire le responsabilità tra
se stesso e il resto del mondo, e a livello di personalità denota una
maggiore apertura mentale (più culturale che esperienziale) e molta meno
cordialità rispetto alla norma, ed è più coscienzioso-perseverante e
più emotivamente stabile, sotto il punto di vista del controllo delle
emozioni.
Senza eccessi esoterici
In sintesi, il satanista italiano medio è un soggetto che si
destreggia bene tra le proprie emozioni e nonostante una certa tendenza
alla preoccupazione, complice anche la buona autostima,
ha l’inclinazione a risolvere i problemi da solo e con atteggiamento pragmatico e positivo,
senza eccessi esoterici e senza aspettare che qualcuno o qualcosa
intervenga dall’esterno. Perseverante e controllato, tende a essere
piuttosto egoista, indifferente e freddo nei confronti degli altri. La
sua dimensione prediletta sembra essere quella individuale.
(nostra ricerca pubblicata il 6 giugno 2016 su
laStampa.it)