Forse ti senti molto social, magari sei a caccia di like, punteggi ironicamente i tuoi messaggi e i tuoi dialoghi con hashtag,
passi molta parte della tua giornata a uozzappare o instagrammare.
Oppure fai altro ma ugualmente ti confronti in ogni momento con persone
che mantengono ed espandono di continuo la propria rete sociale, device
elettronici alla mano, attraverso ambienti virtuali sempre più complessi
e sofisticati che si nutrono di relazioni reali e a loro volta le
facilitano. I social network sono ovunque: sui
mezzi pubblici, nelle auto private, a casa, in ufficio, a scuola, al
ristorante, al parco, a letto, in bagno, per strada. Raccontano
attraverso le nostre parole e le nostre foto ciò che rimane delle nostre
vite al di là del tempo che impieghiamo per narrarci e per accedere
alle altrui narrative. Rendono – o pretendono di rendere – anomalo il
normale, interessante il banale, originale il comune. E
allo stesso tempo permettono e promettono un antidoto definitivo alla
percezione di solitudine, talvolta peggiorando le realtà di solitudine.
Noi umani vivi amiamo incontrarci in tanti su affollatissime spiagge
di pixel, dove migliaia e migliaia di nostri simili si cercano, si
ingaggiano, si confrontano. E le nostre emozioni, in quanto strumenti di
adattamento del nostro sistema-persona all’ambiente circostante, hanno
ormai imparato ad adeguarsi anche a questa relazionalità digitale.
Perciò i gelosi si incupiscono passando allo scanner i movimenti del
partner sui social, gli ansiosi tremano a ogni variazione della propria o
dell’altrui rete sociale, i pettegoli si riempiono gli occhi delle foto
e degli eventi di amici, conoscenti e vip. E
c’è chi litiga, chi si vendica, chi si innamora, chi si lascia attraverso queste piattaforme, veri propri prolungamenti sintetici del nostro modo di interfacciarci con gli altri.
Il nostro campione
Nell’epoca di Tinder, Happn, Lovoo e mille altre app per incontri,
come e di chi ci si innamora on line? Chi si desidera? Chi si cerca? Una persona ideale, una persona reale, una via di mezzo? E quali segreti potrebbero raccontare i nostri monitor e i nostri display se sapessero parlare? Il centro psicologico Psymind e La Stampa hanno lanciato nel mese di febbraio un sondaggio per indagare e comprendere meglio come funzionano le relazioni d’amore, amicizia e sesso on line. Sono stati raccolti 536 questionari, compilati da internauti di ambo i sessi, tra i 18 e i 70 anni, connessi da tutt’Italia.
I risultati sono stati analizzati per ottenere rilievi statisticamente
significativi in relazione a genere, orientamento sessuale, età,
istruzione e zona geografica.
Uno su dieci trova online dieci partner
Secondo gli esiti, più di 6 internauti su 10 hanno utilizzato un’app o un social network per cominciare una relazione di qualunque tipo: i maschi più delle femmine, gli omosessuali quasi in misura doppia rispetto agli etero, e tra i 18 e i 55 anni il fenomeno diminuisce progressivamente. In maggioranza si tratta di vere e proprie relazioni sentimentali, seguite da amicizie: 2 maschi su 5 e un quinto delle femmine ammettono però un’esclusivo interesse sessuale.
Tra i 25 e i 40 anni diminuisce progressivamente il romanticismo e
aumenta il desiderio di concludere rapidamente. E per i soggetti
omosessuali il sesso vale doppio rispetto agli etero. Chi parla di amore
dichiara in maggioranza di aver cominciato una storia on line, ma uno su tre ammette di averne provate tra due e cinque diverse,
nel corso del tempo. Tra chi parla di sesso, invece, più del 5% ammette
cinque-dieci avventure scaturite da internet, e il 10% ne indica
addirittura più di dieci (tra i più disinibiti e conquistatori, i maschi
sono tredici volte più frequenti delle femmine e la popolazione
omosessuale trentatre volte più di quella eterosessuale).
I diplomati seducono più dei laureati
All’incirca il 70% del campione usa gli ambienti on line per mantenere e gestire le relazioni in corso, segno che i nostri dialoghi quotidiani sono pienamente mediati da questi strumenti digitali,
probabilmente ben più degli ormai antiquati contatti telefonici. Anche
perché la distanza tra virtuale e reale tende a colmarsi nella
stragrande maggioranza dei casi: tre persone su quattro hanno almeno una
volta incontrato dal vivo gli interlocutori conosciuti on line, e
questo avviene più facilmente nel Nord Italia e con l’abbassarsi
dell’età. Nel 45% dei casi per i maschi è scaturita un’opportunità
sessuale (contro il 34% delle femmine). Curiosità: il 41% dei diplomati è arrivato al contatto erotico, contro il 28% dei laureati.
D’altronde i diplomati si innamorano anche di più, dopo aver incontrato
una conoscenza maturata on line (44% contro il 32% dei laureati), e
questo vale anche per i più giovani rispetto ai più anziani.
Avatar soddisfacenti e tradimenti virtuali
Di sicuro quando cominciamo a chattare con qualcuno, anche se ne
abbiamo scandagliato le immagini sui profili disponibili, dialoghiamo
non con una persona reale, ma con una sorta di avatar che è disegnato in
parte dalle parole che usa, in parte da ciò che desideriamo, in parte
da come la nostra immaginazione mette insieme i dati disponibili. E
quando incontriamo davvero la persona, cosa succede? Sei soggetti su dieci si dichiarano soddisfatti dell’incontro, confermando le proprie aspettative (gli over 35 si accontentano molto di più
rispetto agli under). Per non rischiare la delusione, comunque, più del
40% del campione dichiara di aver avuto esperienza anche di flirt
gestiti esclusivamente on line e mai concretizzati: anche in questo caso si tratta di una prerogativa più maschile, più omo, più giovanile.
Otto su dieci ritengono che costituisca un tradimento da parte del
partner il fatto che abbia una relazione solo testuale con qualcuno.
Solamente sette su dieci però ritengono anche se stessi fedifraghi nel
fare la stessa cosa.
I profili contano più dell’aspetto
Se ci riferiamo agli aspetti più pruriginosi e piccanti delle storie
maturate on line, una persona su due dichiara di aver inviato selfie
hard a un partner. Poi però quando si tratta di rivelare cosa attrae di
più nella persona che si vuole conoscere in rete, il 60% circa punta sul
profilo complessivo, uno su cinque sull’originalità del dialogo e meno del 15% sui fattori fisici.
Le donne sono molto più intellettuali (o meno sincere) degli uomini.
Esiste però un 10% di maschi e un 2% di femmine che amaramente ammette
di scegliere il proprio interlocutore soltanto per il fatto che ci sia
qualcuno da cui ci si sente cercati.
Rischio, divertimento, unica chance
Le femmine controllano l’attività del partner on line due volte più
dei maschi e gli eterosessuali si fidano tre volte meno degli
omosessuali (o sono meno rassegnati). Trovare un partner on line è considerato pericoloso da due soggetti su cinque
(in maggioranza donne), mentre per uno su tre è divertente, e per uno
su cinque è facile, rapido e misterioso. Per una piccola percentuale è
anche l’unico modo ritenuto possibile per trovare un compagno di vita o
di gioco: lo affermano il 5% degli under 25, e l’11% della componente
omosessuale del campione.
Trovi l'articolo originale a questo link su La Stampa
Nessun commento:
Posta un commento